In questo terzo articolo sull’esposizione con la Regola del 16 scopriremo come usare la regola per fotografare di notte, addirittura sotto un cielo stellato.
La Regola del 16 non si esaurisce alle situazioni di illuminazione in esterni sotto il sole. Sappiamo già come usarla per fotografare anche interni debolmente illuminati, come chiese e locali. Le situazioni di illuminazione descrivono le condizioni di esposizione fin dove arriva luce, anche debole o debolissima.
Poniamoci la domanda: qual’è la situazione in natura che ancora fornisce una minima quantità di luce, appena prima del buio totale? La risposta è: un cielo stellato in una notte senza luna, lontano da luci prodotte dalla civiltà, ad esempio in mezzo al deserto del Sahara. Quale esposimetro riuscirebbe a dare una lettura utile in una condizione del genere? La Regola del 16 prevede questa situazione, che è l’ultima della scala, appena prima del buio totale, dove non è più possibile fare fotografia.
Per studiare come raggiungere questo scopo ci conviene studiare i numeri EV e le differenze in stops per raggiungere quei livelli di illuminazione. Poi scegliere che sistema usare e iniziare a fotografare di notte.
Il sistema EV sulle fotocamere, come funziona, cosa significa, come si usa
Il sistema EV è stato utilizzato su molte fotocamere professionali per tantissimi anni. E’ il caso ad esempio delle Rolleiflex biottiche che fino al 1975 incorporavano il sistema EV accoppiato a quello normale tempo/diaframma. Oppure le Hasselblad che tutt’oggi mostrano questo sistema sull’otturatore, a disposizione di chi lo voglia usare.
La scala EV che si trova sulle fotocamere è quella relativa a 100 ISO perché nella realtà ogni valore ISO ha la sua scala. In effetti, quello che è EV 15 per 100 ISO diventa EV 16 per 200 ISO e poi EV 17 per 400 ISO. Tutta la scala viene praticamente spostata di un valore stop in più o in meno a seconda che la pellicola sia più veloce o meno.
Utilizzando il sistema EV delle fotocamere si dovrà tenere presente lo spostamento in stops da riportare sulla tabella che già conosciamo, dopodiché lo si potrà impostare e la fotocamera mostrerà la giusta coppia tempo/diaframma.
La “Light Value”, o pressione di luce
I modelli di misura internazionali specificano come misurare la quantità di luce che raggiunge un soggetto: essa è chiamata pressione di luce, intensità luminosa o “Light Value” in inglese (LV). Questa quantità corrisponde al numero di Valore di Esposizione brevemente chiamato numero EV. Questo valore è misurato con una serie di numeri, riferita a 100 ISO:
-6, -5, -4, -3, -2, -1, 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, […]
Anche se questa appare una progressione lineare, ogni numero rappresenta il doppio di luce che il numero precedente. Questo significa altrimenti che la differenza tra due numeri EV consecutivi è uguale allo “stop”.
Per rendere tutto ciò utile per noi, che vogliamo semplificarci la vita usando la Regola del 16, i numeri EV devono mostrare la pressione di luce a cui sono riferiti. La pressione di luce è semplicemente riferita alle situazioni di luce naturali o artificiali che abbiamo già studiato con i precedenti capitoli sulla Regola del 16 (La Regola del 16 – come fotografare senza usare l’esposimetro e La reciprocità della coppia tempo diaframma, ovvero come usare la Regola del 16 nella pratica quotidiana) più altre nuove per completare la lista.
Nella colonna di sinistra della tabella seguente si trovano i Valori di Esposizione per 100 ISO e nella colonna di destra ci sono le situazioni di illuminazione descritte dalla Regola del 16:
Tabella dei Numeri EV per 100 ISO
La Regola del 16 sotto le stelle: fotografare di notte senza esposimetro. Usare i numeri EV per calcolare l’esposizione corretta.I numeri EV devono ora essere convertiti in un tempo (frazione del secondo) e un numero f (apertura) in modo da avere una coppia tempo/diaframma per la pellicola che si sta usando. Qui di seguito si spiegano le relazioni tra numeri EV, numeri f, tempi e ISO.
Un giorno di sole brillante corrisponde a EV 15 per 100 ISO
Questo è il punto di ancoraggio con la regola del 16: poiché i numeri EV e i numeri f corrispondono alle stesse situazioni di luce, essi hanno lo stesso valore, sono tutti stops ed ogni numero EV corrisponde ad un numero f.
Adesso guarda la Tabella delle differenze in Stops che segue: essa mette insieme i numeri EV con i numeri f. A sinistra ci sono i numeri f, poi i numeri EV, al centro le situazioni di illuminazione, a destra c’è la differenza in stops fra il punto di partenza e la situazione di illuminazione nella quale ci si trova a lavorare.
La tabella spazia da EV -6 che rappresenta una scena illuminata dal cielo stellato soltanto fino a EV 23 che rappresenta la luce prodotta da una esplosione termonucleare. Da notare che la maggior parte dei soggetti cade in una gamma ristretta di situazioni, da EV 5 a EV 7 in interni e da EV 11 a EV 15 in esterni.
Tabella delle differenze in Stops
La Regola del 16 sotto le stelle: fotografare di notte senza esposimetro. Usare la differenza di stops per trovare l’esposizione precisa.Come si usano i Numeri EV nella pratica quotidiana
Iniziate sempre dal punto di partenza EV 15. Sulla fotocamera impostate f16 e tempo=ISO. Di solito la pellicola ci si ritrova quasi come un dovere, perché non si può cambiarla ad ogni foto che si scatta. Perciò si lavora sempre cambiando tempo o diaframma.
Dal punto di partenza f16 1/125sec è semplice calcolare ogni altra combinazione di esposizioni (coppie tempo/diaframma). Sappiamo che ogni numero EV in più o in meno rappresenta il doppio o la metà della luce richiesta per fare una esposizione corretta.
Alcuni esempi con pellicola da 125 ISO
125 ISO sono quasi 100, quindi possiamo usarla come riferimento per la scala dei numeri EV che abbiamo appena studiato. Se poi cambieremo ISO a 250, 400, 500… allora faremo le dovute compensazioni per -1 stop, -2 stop e così via.
Foto in un giorno di sole velato
Quindi, con pellicola da 125 ISO, in un giorno da EV 14, si ha la metà della luce che cade sul soggetto rispetto ad un giorno da EV 15. Se la luce che cade sul soggetto è dunque ridotta alla metà sappiamo che abbiamo uno stop in meno. Quindi per compensare, dal punto di partenza f16@1/125sec, dobbiamo aprire uno stop in più sull’obiettivo oppure nei tempi.
L’operazione finale che dovrete fare è contare sempre quanti stops ci sono fra il punto di partenza e il numero EV della vostra situazione di illuminazione e poi riportare il risultato sulla vostra fotocamera.
Fotografare un parco divertimenti di sera
Stiamo andando a scattare in una situazione di EV 6. Noi già sappiamo che EV 6 è fuori dalla scala dei diaframmi. La sola regola del 16 non è sufficiente per situazioni poco illuminate. Dovremmo calcolare i numeri f con zero virgola… Invece con i numeri EV possiamo trovare l’esposizione corretta senza arrivare a frazioni poco comprensibili.
La differenza fra EV 15 ed EV 6 è +9 stops. Quindi dobbiamo aprire 9 stops in totale fra obiettivo e tempo o anche in uno solo dei due. Tutto dipende da ciò che il fotografo vuole: profondità di campo, movimento oppure un semplice compromesso fra tempo per scattare a mano libera e conseguente diaframma. Ogni scelta condurrà alla corretta esposizione, ma con risultati estetici diversi.
Fotografare la vetrina di un negozio di notte lungo via Calzaiuoli a Firenze
Stiamo per andare a fare fotografie in una situazione di EV 8 con la nostra fotocamera senza cavalletto, a mano libera, e la pellicola è sempre 125 ISO. Nota bene: siamo fortunati perché abbiamo un obiettivo da f1.4 in apertura massima! Quindi, da EV 15 a EV 8 ci sono +7 stops. Perciò dobbiamo aprire di 7 stops. Prima apriremo tutto quello che è possibile aprire sull’obiettivo, per guadagnare più luce possibile (stiamo scattando a mano libera!) e poi il rimanente sarà compensato agendo sul tempo.
Se abbiamo a disposizione un obiettivo da f1,4 non c’è problema. Se invece l’obiettivo è da f2 dobbiamo compensare con 1/60. Con un obiettivo da f2,8 non si può più fare una foto senza cavalletto poiché dobbiamo compensare a 1/30. Oppure si rischia il mosso.
Tuttavia questo ultimo esempio è un caso veramente limite da fotografare…
Usare gli stops invece dei numeri EV
Se preferisci, puoi memorizzare solo le differenze in stops dal punto di partenza fino alla situazione che ti serve. O anche tenere queste tabelle a portata di mano e consultarle in caso di bisogno.
Contare gli stops è certamente più facile che memorizzare i numeri EV per 100 ISO, anche perché dovresti fare una ulteriore compensazione ogni volta che cambi sensibilità alla tua pellicola, o riscrivere una tabella EV per ogni pellicola che usi.
Fai la scelta che meglio ti si adatta e poi lavora sempre con quella.
Compensare il difetto di reciprocità della pellicola
Attenzione al difetto di reciprocità (effetto Scwarzschild): la coppia tempo/diaframma funziona finché la pellicola è reciproca per i tempi e i diaframmi che scegliete; oltre certe coppie dovrete compensare l’esposizione a seconda delle tabelle di reciprocità fornite dal fabbricante della vostra pellicola. In genere il difetto di reciprocità comincia quando i tempi sono superiori ad un secondo, ma questo varia a seconda della pellicola stessa.
Nel nostro caso ultimo della fotografia sotto le stelle, EV -6, dobbiamo sapere a quanti secondi di esposizione effettivi corrisponde la coppia tempo/diaframma necessaria. Poi dobbiamo compensare l’esposizione a seconda della tabella del difetto di reciprocità dichiarata dal fabbricante.
Una regola generale può essere la seguente: una pellicola da 125 ISO ha, in genere, un difetto di reciprocità che parte da 30 secondi e va fino a 100 secondi. In questo range si vede aggiungere uno stop. Da 100 secondi fino a 200 secondi si deve aggiungere un altro stop, e così via ad ogni raddoppio del tempo di esposizione.
Per fotografare a tutta apertura (f 1,4) sotto un cielo stellato senza luna, con 125 ISO, la corretta esposizione è +21 stops da f16. Con una apertura da f1,4 si guadagnano 7 stops. Ne mancano 14 da compensare sul tempo. Da 1/125sec si va a 128 secondi. Qui siamo già oltre il limite di reciprocità per ben 2 stops. Quindi il tempo finale da impostare sulla fotocamera sarà di ben 512 secondi (9 minuti circa di esposizione). Fatto.
In conclusione
Ognuna di queste correzioni da la corretta esposizione. Fate la scelta che meglio si adatta alle vostre esigenze fotografiche: aumenta o diminuisci la profondità di campo, evidenzia il movimento del soggetto o cambia pellicola, anche solo per avere una grana diversa. In questo modo state facendo delle scelte estetiche.
Ogni tipo di situazione di illuminazione può essere controllata facendo la sua differenza in stops dal punto di partenza. Il risultato sarà riportato sulla macchina per correggere l’esposizione.
Tuttavia ricordate sempre che le migliori fotografie si fanno di giorno, con una bella luce.
Buone foto a tutti.